Vecchi gettoni telefonici: alcuni valgono migliaia di euro, ecco quali

C’è qualcosa negli oggetti del passato che induce spesso a pensarli con estrema nostalgia, nonostante si tratti semplicemente di oggetti e di nulla di più. Ma non è tanto il valore materiale a rendere alcuni di queste cose che oggi chiamiamo in modo fine vintage ad attrarre la nostra attenzione, quanto i ricordi che riaffiorano quando se ne parla, e ci permettono di fare proprio un tuffo nel passato. I gettoni telefonici, forse, sono quelli che più di ogni altra cosa ci permettono di vivere questo rapporto con i tempi andati con maggiore trasporto.

Sono così tanti i motivi che ci legano a questi piccoli dischi metallici, tipicamente caratterizzati da tre scanalature, praticamente inconfondibili, e che ci servivano per poter chiamare casa mentre ci trovavano fuori. Insomma, è stato il primo strumento utile per avviare un processo di evoluzione comunicativa che ha preso piede poi negli ultimi cinquant’anni del Novecento. Conosciamoli meglio.

Un tuffo del passato: i gettoni telefonici

Se non siete nati nel XX secolo, non potete nemmeno immaginare l’uso che se ne faceva; utilissime sempre e ovunque, era l’unico modo che si aveva per stare sempre a contatto con il mondo e con gli altri, famiglia e amici compresi. Niente app, niente messaggi, niente cellulari. Solo gettoni e cabine pubbliche! I gettoni sono nati nei primi anni del Novecento, e il primo modello italiano risale agli anni Cinquanta quando si sono diffusi grazie all’Agenzia STIPEL della Lombardia.

E’ stata quella dei gettoni telefonici, una storia ricca di tante novità, caratterizzata dai passaggi da un ente all’altro, che li ha prodotti al fine di produrne sempre di più e con caratteristiche sempre più durature. Un dettaglio a cui spesso non si fa caso è la presenza del numero di serie presente sul gettone, composto da 4 cifre, che indicano mese e anno di produzione: ad esempio, se il numero di serie è 7601, il gettone in questione è stato prodotto nel mese di gennaio del 1976.

Perché valgono così tanto?

La valutazione di un gettone telefonico, più o meno, segue lo stesso iter delle monete e delle medaglie: ovvero si valutano età, e abbiamo detto a cosa fare riferimento e facilmente dedurre il periodo di produzione; la tiratura, anche qui fondamentale perché, per esempio, nel 1959 la produzione fu particolarmente ridotta; l’ente che ne ha proposto e sostenuto la produzione (TETI o STIPEL); infine lo stato di condizione con cui è giunto fino a noi. Ecco allora quali possono essere le valutazioni più alte:

  • le prime emissioni prodotte in Italia, ad esempio da STIPEL, nel 1927
  • quelli con errori di coniazione
  • gettoni telefonici commemorativi

Possiamo considerare i gettoni telefonici come dei pezzi davvero interessanti, che finiscono per dare un grande valore a questi oggetti da collezione, in grado di valere davvero cifre enormi. Quello che favorisce la collezione dei gettoni è sicuramente il fatto di poterci investire, quindi considerarli come fonte di guadagno, nonostante a livello nominale e materiale il valore sia davvero bassissimo. Si insinua quindi una serie di fattori in grado di identificare alcuni aspetti che sono davvero interessanti dal punto di vista collezionistico.

Se si vuole vendere la propria collezione di gettoni telefonici ci si può rivolgere alle casa d’asta, dove una valutazione sommaria ti permetterà di avere una valutazione iniziale e si poter sperare in una vendita superiore alla cifra di partenza. In caso contrario, se la tua intenzione è solo quella di conoscere il valore del gettone telefonico che consideri raro e che possiedi, ti puoi rivolgere a un esperto di numismatica.

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