Quanto guadagna un medico di base: ecco lo stipendio medio

Il medico di base, o più semplicemente medico di medicina generale, è una delle figure fondamentali del nostro sistema sanitario nazionale. Il suo ruolo è quello di garantire assistenza primaria ad ogni cittadino, gestendo eventuali controlli periodici, prescrivendo farmaci quando è il caso e indirizzando i propri pazienti verso degli specialisti se necessario.

Si tratta di un servizio essenziale per la salute pubblica e spesso può capitare di chiedersi quanto possano mai guadagnare i medici di base per questo lavoro di alta responsabilità. A differenza di altri professionisti sanitari, i medici di famiglia non hanno un vero e proprio stipendio fisso poichè il compenso percepito dipende da fattori quali numero dei pazienti assistiti e servizi aggiuntivi offerti.

Stipendio base

Il guadagno medio di un medico di base è regolato secondo gli accordi tra il SSN, Sistema Sanitario Nazionale, e i sindacati di categoria. Il compenso principale è calcolato in base al numero dei pazienti assistiti e mediamente, un medico, riceve circa 70 euro lordi all’anno per ciascun paziente che avrà sotto di sè.

In base a ciò possiamo intuire facilmente che il reddito di un medico di base cresce in proporzione al numero di pazienti che si trova assegnati. Il massimo di pazienti che ogni medico può avere è di 1.500 (con un massimo di 1.800 per quelli presi in carico volontariamente senza bonus economici) e dunque, se si raggiunge tale cifra, il guadagno lordo annuale può aggirarsi intorno ai 100.000 euro annui.

Variabili principali e dettagli su stipendio netto

Mediamente un medico di base può contare su un reddito mensile netto variabile tra i 3 e i 4.000 euro ma, come accennato precedentemente, non si tratta di un valore fisso in quanto può essere modificato da alcuni fattori, come ad esempio eventuali servizi aggiuntivi che portano ad un aumento del lordo:

  • rimborsi spese per strumentazioni
  • assistenza a domicilio
  • pagamenti extra per varie attività (vaccinazioni)

L’utile netto, come abbiamo detto, può variare e tale variazione dipende da fattori diversi come ad esempio la regione in cui si opera la professione, il numero di pazienti e eventuali forme di attività aggiuntive. Tutto ciò però deve essere tassato; infatti, come ogni lavoratore autonomo, anche il medico di base deve sostenere dei costi.

Tasse, contributi previdenziali all’ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza dei Medici) e i costi aggiuntivi dello studio devono essere ben tenuti in considerazione. Sono, infatti, necessari alcuni professionisti che si occupino del lato amministrativo e accessorio e dovranno essere retribuiti. Segretari e collaboratori sanitari andranno ad incidere significativamente sul guadagno finale

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